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In conversazione con Alessandro dell’Acqua: il futuro autentico e coraggioso di N21

In conversazione con Alessandro dell’Acqua: il futuro autentico e coraggioso di N21

C’è chi dice che più niente di nuovo può essere creato e chissà, forse è vero. E’ vero però anche che tutto ciò che abbiamo a nostra disposizione è materiale malleabile che può essere plasmato, riutilizzato e reinventato in combinazioni sempre nuove, inaspettate e per questo molto forti. 

Questa è la filosofia alla base di N21, il brand di Alessandro dell’Acqua che, quest’anno, ha compiuto 10 anni di attività. Lo stile del designer, così peculiare e riconoscibile, nasce proprio dall’unione di materiali, tessuti e idee provenienti da mondi e immaginari diversi. L’insieme finale trae da questo mix una forza tutta nuova e, probabilmente, l’arte di Alessandro dell’Acqua può insegnarci qualcosa oggi. 

Mentre aspettiamo di entrare nel 2021 (e ci chiediamo cosa questo nuovo anno porterà) guardiamo a ciò che abbiamo, tra tradizione e ritrovati tecnologici che ci aprono infinite possibilità. Se usiamo bene le risorse in nostro possesso possiamo costruire un futuro migliore. L’essenziale, ci dice dell’Acqua, è essere coraggiosi. 

N21 compie 10 anni, che è un traguardo non da poco. Se poi consideriamo che è il 2020, con tutto ciò che questo porta con sé, l’evento diventa ancora più significativo. Quali sono i momenti più preziosi della prima decade del brand?

Sicuramente l’apertura della sede di Milano, un quartier generale di 1.500 metri quadrati che ha permesso di unificare sotto lo stesso tetto stile, comunicazione e commerciale. Abbiamo avuto la possibilità di ristrutturare un garage adiacente che ad oggi viene utilizzato per sfilate, shooting e showroom vendita. Lo spazio rappresenta una testimonianza architettonica del patrimonio creativo di N21 e del suo carattere distintivo.

Quali sono invece gli insegnamenti, le idee, le sensazioni che hai raccolto e che vuoi portare nelle tue creazioni future? Cosa caratterizzerà il secondo decennio del tuo marchio?

Ho sempre cercato di comunicare un’identità ben precisa fatta di forte personalità e attitudine con cui vengono portati i miei abiti; un guardaroba profondamente femminile con accorgimenti e dettagli che attingono al guardaroba maschile; il mix di elementi femminili e maschili nei tessuti e nelle forme; le associazioni inaspettate, errori voluti con cui mi piace sempre dare una nuova visione. Consiglio sempre a tutti e a me stesso di essere coraggiosi e curiosi, sempre fedeli al proprio stile, evitando di seguire i trend del momento e scartando tutto ciò che non è essenziale, non necessario ed eccessivo.

Se dovessimo riassumere l’essenza di N21 useremmo probabilmente il termine potpourri, che è la “mescolanza di cose eterogenee” ma anche quelle miscele di fiori, foglie e cortecce che vengono profumate e poi utilizzate per la gioia dei sensi – dell’olfatto ma anche degli occhi. Le tue collezioni mettono sempre insieme suggestioni diverse: sport wear e abiti eleganti, maschile e femminile, tessuti a contrasto, dettagli sontuosi e tagli rigorosi. Sei stato un po’ il precursore, perché ora questo mix&match si vede un ovunque. Il piacere nasce dall’assenza di regole, dal mettere assieme cose disparate senza preoccuparsi della formalità?

A me è sempre interessato dare una visione contemporanea attraverso associazioni inaspettate. Per questo mi sono spesso ritrovato a mixare tessuti della couture con forme e silhouette del mondo dello sportswear. In questa ultima collezione ad esempio mi sono divertito a mescolare T-shirts in jersey e abiti sottoveste in chiffon ricoperto di piume con spalline in catena metallica.

La stessa “rottura” delle regole prestabilite la si vede anche nel tuo lavoro sulla sensualità femminile: benché le tue muse di riferimento siano dive del cinema e bellezze tradizionali, giochi sempre su questi stereotipi e li trasformi in modo trasgressivo. Cosa significa sensualità oggi?

Bellezza e sensualità per me sono sinonimi di forte personalità e attitudine.

Negli ultimi anni hai messo insieme womenswear e menswear nel tentativo di unificare il tuo lavoro, renderlo trascendente e indipendente dal genere sessuale: la sensualità cambia a seconda del genere o è piuttosto un’attitudine super partes? 

Si tratta sempre di attitudine. Attraverso forme ibride costruisco una nuova eleganza e un nuovo erotismo. Le mie collezioni tendono ad esplorare nuovi modi di vestire che, costruendosi in assoluta libertà e senza preconcetti di genere e di orientamenti, assumono una naturale caratteristica erotica. 

Nel mondo fluido di oggi si sta parlando molto della fine dei trend stagionali: molti pensano che siano (ironicamente) passati di moda e che il futuro prediligerà delle collezioni seasonless e trendless. Tu cosa ne pensi?

Lascerà il segno chi rimane fedele e coerente al proprio stile, con una propria identità forte e riconoscibile. I trend stagionali ci saranno sempre, l’importante è filtrarli attraverso il proprio DNA e renderli in qualche modo unici.

Guardando indietro ai 10 anni di N21 a noi sembra che molti capi (se non proprio tutti) possano essere tranquillamente indossati anche oggi, perché non sono passati di moda e sono ancora molto freschi e interessanti. Quando lavori pensi alla vita futura delle tue creazioni? E, a parer tuo, cosa rende un capo sempre bello, nonostante il tempo? 

Per me è fondamentale puntare su unicità, materiali di grande qualità ed estrema cura nei dettagli. Solo così un capo rimane duraturo nel tempo.

Sul tuo profilo Instagram personale pubblichi molti throwback di collezioni, fashion show e pubblicità passate, pezzi di archivio non solo di N21 ma anche di altri marchi. Qual è la decade che più ti ispira?

Subisco ancora il fascino dell’estetica degli anni 90 a cui sono estremamente legato. Per me tutto è iniziato in quegli anni.

Che rapporto hai con la città di Milano e che ruolo gioca, invece, la tua città natale Napoli, nel tuo processo creativo?

Milano è la città in cui vivo e la voro da quando ho 18 anni. Devo tutto a Milano. E’ qui che tutti i miei sogni si sono realizzati. Napoli è la città in cui sono nato e cresciuto. In cui ho scoperto la passione per il cinema e per la moda. Molte suggestioni di quando ero bambino sono ancora vive nelle mio lavoro creativo. Una fra tutte: le sottovesti color carne delle donne della mia famiglia che hanno ispirato molte delle mie collezioni sia del marchio Alessandro Dell’Acqua che di N21.

Cosa ne pensi dell’attuale situazione delle fashion weeks, tra digitale e fisico? Chi sta “giocando” meglio la partita (tra designers ma anche città e istituzioni nazionali della moda)?

Per me resta fondamentale avere una fashion week fisica, preservando l’emozione che uno spettatore è in grado di provare ad una sfilata dal vivo. In questo Milano, a mio avviso, ha dato un ottimo esempio di nuova normalità.

 

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