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In conversazione con Rebecca van Bergen di Nest

In conversazione con Rebecca van Bergen di Nest

Rebecca copertina 1

Dal 5 all’8 giugno 2020, FashInnovation ha tenuto la seconda edizione di Worldwide Talks. L’evento è stato colmo di conversazioni molto stimolanti su alcune delle questioni cruciali che la moda sta affrontando al giorno d’oggi. FashInnovation è una piattaforma digitale con sede a New York che mira a riunire molti creativi, designer e imprenditori del sistema moda e creare dialoghi entusiasmanti su diversi argomenti relativi al fashion system.

Preview intervista dal numero A/I 2020/21
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Abbiamo avuto il piacere di intervistare Rebecca van Bergen, fondatrice e direttrice esecutiva di NEST. Questa organizzazione è una non profit 501 c(3) il cui obiettivo è quello di costruire una nuova economia dei lavoratori per aumentare l’inclusione della forza lavoro globale, l’emancipazione delle donne e mantenere vive le tradizioni culturali. Rebecca ha partecipato al talk organizzato da Fashinnovation chiamato: “Fashion is: Sustainability & Artisanal Brands via Ethical Practices”. Insieme, abbiamo discusso della sostenibilità sociale, del suo lavoro nel promuovere pratiche artigianali che sono anche etiche e culturalmente vibranti, del ruolo dell’arte e del design nel promuovere l’importanza della diversità e molto altro.

©Caroline Ashkar

Hai fondato Nest all’età di 24 anni. Come è iniziato tutto? Cosa ti ha spinto a prendere questa decisione? 

Essendo cresciuta con una bisnonna e una nonna sarte, sono stata sempre attratta dall’artigianato come mezzo di espressione di sé e di opportunità. Seguendo il mio desiderio di trasformare l’artigianato, il secondo impiego più diffuso al mondo per le donne, in un modo per correggere lo squilibrio di genere e di reddito nel nostro mondo, ho fondato Nest all’età di 24 anni. Sono sempre stata appassionata delle comunità artigianali, ma ho realizzato che le donne, e gli artigiani in generale, venivano spesso pagati in modo significativamente inferiore al valore delle loro competenze. Come lavoratori a casa, il loro trattamento e le condizioni di lavoro tendevano a essere invisibili. Muhammed Yunus ha vinto il premio Nobel per la pace l’anno in cui ho fondato Nest e ho visto il microcredito invadere il mondo come modello per la riduzione della povertà e lo sviluppo internazionale.. Per quanto intrigante, l’uso del debito per la creazione di imprese nelle comunità ad alto rischio mi preoccupava e così ho fondato Nest per fornire business olistici e possibilità di sviluppo nel mercato per artigiani e produttori.

courtesy of Nest

I tuoi partner sono marchi di moda conosciuti a livello globale. Si estendono in diversi settori, ma sono uniti sotto lo stesso stendardo: un modo più sostenibile di vivere e produrre, supportando artigiani locali e lavoratori meno qualificati. Sto pensando a Patagonia, PVH, West Elm, Eileen Fisher. Come è iniziata la collaborazione con queste aziende?

Nest ha lavorato con marchi incredibili che si impegnano molto per l’artigianato. Ma oltre questa categoria più di nicchia, ci sono anche milioni di lavoratori in molte grandi catene di approvvigionamento globali. Questo è un mondo di donne che lavorano principalmente con le mani: cucire suole delle scarpe, aggiungere pompon sui cappelli invernali, infilare minuscole perline sui gioielli per il mercato di massa, realizzare nastri, abiti, fino alle fodere per cuscini. Altri si prendono cura dei dettagli dell’imballaggio: piegare e inserire oggetti nel poliestere, lavorare strisce di carta per creare le maniglie dei sacchetti, piegare tre volte la carta velina prima di inserirla nella custodia in cellophane.

La produzione in casa può intimidire i marchi, perché spesso significa che le donne sono invisibili e il loro lavoro non è regolamentato. Di conseguenza, i brand potrebbero essere inclini a non parlare di questa rete di lavoratori. Nest sta aiutando i marchi a considerare invece il lavoro a domicilio come un’opportunità riconoscendo che l’artigianato consente loro di raggiungere l’indipendenza economica, di lavorare da casa mentre si prendono cura dei propri figli e mitiga la necessità della migrazione urbana. In questi casi le donne spesso si trovano a vivere in dormitori angusti e lavorano in fabbriche sovraffollate e non sicure. Questo è il motivo per cui abbiamo trascorso l’ultimo decennio a lavorare con queste aziende e non solo per reclutare gruppi di artigiani, ma anche per creare strutture adatte a queste transazioni. Questo ci ha spinto a creare il programma Ethical Handcraft, che utilizza una matrice di oltre 100 situazioni standard per determinare salari equi, ambienti di lavoro sicuri e la rappresentanza nel processo decisionale per gli artigiani. Ciò si traduce nella creazione di sigilli sui prodotti venduti a West Elm, Pottery Barn and Target, che si espanderà nei prossimi mesi. 

© Tosha Gaines Photography

Dato che la domanda da parte dei consumatori di artigianato continua a crescere, negli ultimi anni sono sempre di più i brand interessati all’acquisto da queste comunità. Siamo stati in grado di aiutare a consolidare un’economia artigianale che funziona quasi interamente dalle case private o da piccoli seminari informali della comunità e a fornire la trasparenza necessaria per garantire che questo lavoro sia sicuro. Per le donne, in particolare, ciò accresce le speranze e le opportunità.

Con la pandemia da COVID-19, come assicuri la sopravvivenza delle piccole imprese e degli artigiani che supporti? Anche altre società hanno collaborato con Nest nel ripristino di tali attività?

Il COVID-19 è stato ovviamente un evento inaspettato per la nostra economia, che ha colpito molte microimprese che sosteniamo. La sopravvivenza di questi artigiani è l’obbiettivo di Nest, quindi sapevamo che dovevamo essere sensibili agli impatti economici nel nostro paese e in tutto il mondo. Ad aprile, abbiamo lanciato l’iniziativa di acquisto di prodotti DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) per ridurre la minaccia di disoccupazione per gli artigiani. L’iniziativa prevedeva la realizzazione di DPI di alta qualità e / o medica. Nest avrebbe “acquistato” i DPI che sarebbero poi stati donati ai medici in prima linea e ai cittadini vulnerabili. Ne siamo rimasti entusiasti e anche i nostri partner si sono uniti a noi per questa causa. Abbiamo unito le forze con Quarate Retail Group (che include QVC e HSN), Target, Etsy, Mastercard, Amazon, la Cordes Foundation e la Winn Family Foundation e insieme abbiamo prodotto oltre 200.000 mascherine. Le aziende sono state anche in grado di procurarsi mascherine da Masks by Makers per la vendita o per la distribuzione a dipendenti e partner.

courtesy NEST

Questa pratica ha contribuito non solo ad abbassare la curva epidemica ma anche a supportare le piccole imprese in un momento in cui ogni ordine conta. Siamo stati in grado di supportare l’approvvigionamento in scala per i brand, per i team aziendali e i dipendenti in prima linea, di produrre mascherine personalizzate con stampe o illustrazioni e valorizzare l’impatto sociale nella strategia di approvvigionamento di un’azienda. Questo si inserisce in una conversazione più ampia che riteniamo sia doveroso affrontare come società. I consumatori, i marchi e i governi devono riconoscere il ruolo svolto dai lavoratori privati nell’economia globale e renderlo visibile. Noi occidentali dobbiamo considerare la “Gig Economy” attraverso una nuova prospettiva.

Osservare come rapidamente i nostri artigiani hanno realizzato mascherine da El Salvador all’India fino agli Stati Uniti nonostante i diversi lockdown, è stato notevole e ha evidenziato la resilienza della nostra forza lavoro. A Seattle, Washington, abbiamo collaborato con la Refugee Artisan Initiative, un programma che aiuta le donne rifugiate e immigrate a trovare lavoro. Quando il lockdown è entrato in vigore, Ming-Ming Tung Edelman, il fondatore della RAI, non solo ha garantito il lavoro da casa a molte donne, che hanno realizzato 6000 mascherine di stoffa, ma ha anche dato lavoro ad alcuni dei loro mariti (che avevano perso il lavoro come guidatori di Uber o altri lavori saltuari) per trasportare i prodotti nelle case degli artigiani. Le mascherine sono state donate a operatori sanitari, detenuti e anziani con basso reddito a Chinatown nella zona di Seattle.

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Crediti immagine copertina: Nest

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