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Milan Menswear Spring 2021: Prada

Milan Menswear Spring 2021: Prada

La collezione Uomo di Prada si è imposta fin da subito con una forte componente drammatica. Da un lato il titolo stesso della presentazione/video: “The Show That Never Happened” è cinematografico e d’impatto – anche se in qualche modo voleva forse essere anche giocoso. 

E poi l’etichetta di “Miuccia’s last show”. Che in teoria serviva solo a ricordare che dalla prossima collezione Miuccia Prada non sarà più sola (come se ci potessimo dimenticare di Raf Simons), ma che in pratica è stata vista da alcuni come un messaggio apocalittico. Sull’arrivo di Simons a Prada se ne sono dette tante: c’è anche chi ha detto che Prada sta perdendo un po’ della sua spinta, ed è per questo che è andata a pescare una delle menti geniali del nostro tempo. Può essere in parte vero, ma l’ultima collezione sembra dire esattamente l’opposto. 

Miuccia Prada ha sempre creduto che i vestiti dovessero servire da vestiti, per l’appunto, sorta di aggiunta funzionale alla nostra vita quotidiana. Per questo ha sempre realizzato collezioni pulite, ha fatto del nylon il materiale cult del marchio e ha lavorato incessantemente per creare equilibrio tra bellezza e utilità. I tempi hanno dato ragione alla signora Prada, che spiega che “la collezione è semplice, ma il concetto di semplicità è un antidoto a inutili complicazioni”.

Il video è stato realizzato da 5 registi, di fama mondiale e di diversa provenienza. Ognuno di loro ha interpretato a suo modo l’idea di Prada: Willy Vanderperre ha ricreato una sfilata immaginaria, in uno spazio bianco reso etero da continui giochi di fuoco/fuori fuoco; Juergen Teller ha invece preso direttamente l’idea di abiti come “macchine per vivere” e ha ripreso i modelli in posa davanti a macchinari di produzione; Joanna Piotrowska ha giocato con la coppia, uomo donna e le loro culturalmente prestabilite caratteristiche, che si propagano fino al vestiario; per Martine Syms la passerella è stato il cinema di velluto verde di Fondazione Prada, dove gli schermi si riflettevano a vicenda, creando un’idea di straniamento e iper esposizione; e infine Terence Nance, in cui il tema dello sport ben si adatta alla Linea Rossa di Prada, al bianco e alla simmetria perfetta degli specchi dei palazzi circostanti.   

Cover image courtesy: Prada via vogue.com

 

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