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Milano Moda Uomo: la moda di domani è confortevole, pratica e decisamente personale.

Milano Moda Uomo: la moda di domani è confortevole, pratica e decisamente personale.

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La Moda Uomo di Milano si è conclusa lo scorso 19 di Gennaio. Ha portato sui nostri schermi non solo una buona dose di looks e trends per la prossima stagione, ma anche alcune riflessioni interessanti sul futuro del sistema, che dovremo approfondire strada facendo. 

I brands che hanno presentato – veterani del Made in Italy e future leve di comune accordo – sono stati ispirati da valori condivisi. Potremmo riassumerli in due concetti basilari. Da un lato uno slancio giustificato verso il futuro, una voglia di movimento più o meno letterale, che si è tradotta in capi tech, agevoli, decisamente indossabili; dall’altro molte collezioni nascondevano una buona dose di nostalgia per le usanze tradizionali, per i capi del nostro passato, per le tecniche artigianali che hanno definito il successo del Made in Italy nel corso dello scorso secolo. Ha perfettamente senso, dopo tutto: desideriamo immergerci nel futuro e lasciarci alle spalle una situazione paradossale e dolorosa, ma vogliamo farlo equipaggiati del nostro passato, che ci fa sentire al sicuro. 

Ad aprire questa conversazione tra passato e futuro è stato Ermenegildo Zegna, il primo marchio a presentare. La collezione propone il menswear formale del futuro prossimo, che parte dalle tecniche sartoriali più raffinate e crea look estremamente rilassati. Ogni linea è contemporaneamente morbida e affilata, casual e proprio per questo molto chic. Non poteva farlo nessuno meglio di Alessandro Sartori.

Fendi e Prada si sono mossi lungo la stessa linea di pensiero – ognuno a proprio modo, ovviamente. Per entrambe le case di moda il comfort è al centro dell’interesse ed è assicurato dai materiali morbidi, modellati sul corpo, dai colori pastosi e dai tagli. Da Prada, il simbolo del comfort è il pigiama intero da uomo, intorno a cui ruota ogni look. Raf Simons ha spiegato che questo pezzo intero è così evocativo perchè è quanto di più intimo e “aderente” al corpo si possa trovare: ne segue ogni forma alla lettera, ma gli offre anche protezione. Il confine tra interno ed esterno diventa sempre più labile, complice il lockdown forzato e lo smart-working. Si traduce in una fluidità di spirito per cui, da quest’anno in poi, saremo sempre più portati ad essere noi stessi, e ad esprimerlo chiaramente attraverso le nostre scelte stilistiche.

Secondo Silvia Venturini Fendi, “il futuro della moda sarà sempre più individualistico”, e per questo la sua collezione Uomo FW21 è un insieme eclettico di capi, stoffe e dettagli che vogliono soprattuto dare alternative ai clienti. Daremo spazio, nei nostri armadi, a ciò che ci farà sentire bene (fisicamente ma anche, e soprattutto, psicologicamente), e utilizzeremo la moda per quello che Fendi definisce il suo “potere terapeutico”.

Lo stesso potere terapeutico che Etro ha trovato nel rimescolare gli stili, i pezzi e gli accessori delle sue collezioni passate. La sua collezione uomo racchiude tutta la gioia, la sontuosità e l’energia che da sempre accomunano il marchio italiano. Soprattutto, suggerisce una libera interpretazione dei suoi stili più iconici, che ognuno può adattare secondo la sua personalità. Sulla passerella di Etro si sono alternati pezzi coloratissimi, il denim e il velluto, gioielli esuberanti realizzati in materiali diversi e, ovviamente, le stampe (soprattuto il paisley) che conferisce ad ogni look il sapore etnico a cui siamo tanto affezionati e che prende le distanze dal trend minimalista che ormai si è infiltrato ovunque. 

images courtesy of Federico Cina

Ad essere particolarmente attratti dal proprio passato (personale, questa volta) sono però i nuovi nomi della moda. Tra questi, Federico Cina, la cui collezione è (anche) una lettera d’amore alla sua terra, la Romagna. I looks sono morbidi, sartoriali e decisamente moderni, anche nella filosofia che sta dietro alla produzione. Il designer ha infatti specificato che è sua volontà mantenere la filiera produttiva, per quanto possibile, proprio in Romagna. La regione ha alle spalle una lunga storia di eccellenze manifatturiere, il che gioca a favore di Cina. La sua risoluzione è comunque un ottimo esempio di come le nuove generazioni si stanno muovendo verso un futuro sempre più sostenibile e consapevole, e speriamo che venga sottoscritta anche da altre case di moda. 

Magliano è il secondo nome da tenere d’occhio. Le sue creazioni sono visibilmente ispirate dal passato, dagli anni ’80 e dalla cura tutta particolare che le persone dedicavano ai loro outfit “per le grandi occasioni”. Il designer stesso ha detto di ispirarsi moltissimo ai suoi genitori e al diverso approccio che questi avevano verso i loro vestiti. Forse è proprio questo il motivo nascosto di tanta nostalgia: ritrovare, attraverso esempi passati, il valore degli abiti che abbiamo un po’ perso. Oggi li diamo per scontati, purtroppo, ma un tempo erano elementi preziosi, quasi catartici, che le persone custodivano e apprezzavano nel tempo. Non a caso la collezione di Magliano si intitola “Forever”: per il giovane designer è un atto scaramantico adatto a questi tempi incerti, che scongiuri la possibilità di dover chiudere i battenti, date le ripercussioni sempre più gravi della pandemia sul settore moda. Per noi però, questo titolo ha anche un significato più ampio: ci auguriamo infatti che la moda riscopra, per davvero, il senso del tempo, e si impegni a cambiare i suoi paradigmi per minimizzare i suoi sprechi. 

Le riflessioni filosofiche a cui molte collezioni ci invitano sono solo un aspetto della settimana della moda maschile appena conclusa. A bilanciarlo c’è la sempre valida funzionalità dei vestiti, che arrivano nel nostro armadio soprattutto per le loro qualità pratiche. Come abbiamo accennato prima, il comfort fa da padrone assoluto ormai, non solo dentro casa ma anche fuori, e questo è spesso e volentieri assicurato dall’uso di tessuti tecnici. MSGM si è ispirato alle montagne e ha immaginato il guardaroba di un uomo alla moda, che di giorno scia sulle piste e di sera frequenta le feste più cool. I looks fanno come sempre riferimento agli anni ’90 e sono impreziositi da molti dettagli tecnici. Nello stesso modo, A Cold Wall ha proposto, per il prossimo autunno/inverno, una collezione molto pratica, molto portabile, senza comunque rinunciare alla sofisticazione che lo contraddistingue. C’è bisogno di praticità, soprattutto quando si attraversano momenti difficili. 

images courtesy of Sunnei

E, a proposito di praticità, non si può non citare Sunnei la cui piattaforma digitale è stata una piccola rivoluzione dell’anno passato. La piattaforma – che si chiama Canvas, non a caso – permette ai buyers di personalizzare i loro acquisti in modo intuitivo e divertente. Per questo febbraio, la piattaforma si è espansa ulteriormente, ed è diventata un vero e proprio videogioco. Qui, gli avatars dei due designers (Messina e Rizzo) accompagnano i clienti alla scoperta della loro Fall Winter 2021. Tutto iper futuristico, tutto incredibilmente umano. Come scrive Dana Thomas nel suo (illuminante) Fashionopolis, nonostante sembri strano e paradossale, la tecnologia può veramente portarci a costruire contatti più umani, personali ed etici. 

Cover image courtesy: Camera Nazionale della Moda Italiana: FENDI, ETRO, ZEGNA

 

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