Nata per essere artista: intervista con Jade van der Mark

“Il più grande dono che abbia mai ricevuto è la capacità di trasferire
su tela il mio mondo interiore”
Jade van der Mark non è una di quelle pittrici che studiano arte per poi diventare, eventualmente, delle artiste. In realtà, Jade è nata artista e basta. “Sono entrata in contatto con l’arte nel momento esatto in cui sono nata”, ci racconta. Ed è stata proprio la sua infanzia nei campi, tra oche e natura, a infondere in lei un senso di libertà e creatività che continua a ispirare i suoi lavori ancora oggi. Ha frequentato la Royal Academy of Art di The Hague, in Olanda, dopo aver attraversato un’infanzia difficile a causa della separazione dei genitori, bullismo e mancanza di stabilità. Tuttavia, dipingere ha sempre rappresentato il suo porto sicuro, il luogo dove trovare sollievo: “I miei quadri mi hanno donato pace, stabilità, saggezza e amore. E ancora oggi va così”.

Jade, qual è la tua fonte di ispirazione?
Prendo ispirazione da tutto ciò che mi circonda, che sia una storia per bambini di Roald Dahl, un pezzo drammatico di musica classica, o un articolo di politica letto sul giornale. Il mondo intorno a me mi ispira continuamente, specialmente se si tratta di gruppi di persone, culture straniere e sovraffollamento. Credo che il sovraffollamento delle città sia particolarmente interessante, infatti ha influenzato molti dei miei dipinti. Ho osservato gruppi di persone vivere a stretto contatto tra loro e condurre esistenze folli e frenetiche. Tematiche come l’indifferenza umana, l’influenza dei social media, il consumismo estremo, il potere e il lavoro in relazione allo stress sono esempi di ciò che tratto. Adoro scavare a fondo in questi tempi e ricreare, lentamente, un’immagine nella mia mente. La assorbo fino a quando non sopraggiunge un irrefrenabile desiderio di dipingerla.
LEGGI IL RESTO DELL’INTERVISTA SUL NUMERO SS20 QUI

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words Federica Caiazzo