Veja e Stella McCartney ai vertici delle ricerche online tra i brand sostenibili

Tra chiusure e fallimenti, e un periodo generalmente incerto per il mondo della moda, ecco una notizia che fa ben sperare in un cambio di rotta verso un consumo più responsabile e consapevole.
Lyst, una delle più importanti piattaforme di ricerca dei trend nel mondo della moda, ha infatti segnalato un’importante svolta nella sensibilità dei consumatori i cui dati contenuti nel Sustainability Report 2020 dell’azienda, testimoniano un rinnovato interesse per i prodotti sostenibili. Il report è stato realizzato in collaborazione con Good On You, un’organizzazione di rating, sostenuta nientemeno che da Emma Watson, che valuta la sostenibilità dei brand sulla base a tre fattori: persone, pianeta e animali.
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Ai vertici di queste ricerche si piazza Veja, il brand francese di sneakers, che ha ottenuto il riconoscimento di “prodotto sostenibile più venduto” dell’anno. I dati sono stati estrapolati dalle ricerche di Lyst e Google e si basano sulle visualizzazioni delle pagine di navigazione, le ricerche sui social media, i tassi di conversione e delle vendite e della copertura mediatica globale dei brand. La popolarità di Veja, insomma, continua a crescere e infatti le ricerche sono aumentate del 115% rispetto all’anno scorso. Complice di questo aumento c’è sicuramente la copertura mediatica che ha giocato forse un ruolo importante, considerando che molte celebrità hanno indossato queste sneakers, tra cui Emma Watson, Emily Ratajkowski e Meghan Markle.
Insieme a Veja, c’è poi il brand sostenibile che da anni lotta per la salvaguardia del pianeta: le sneakers cruelty-free Eclypse di Stella McCartney sono in cima alla lista dei prodotti più ricercati, secondo il report di Lyst. A seguire i leggins di Girlfriend Collective, il parka Lone Mountaine di Patagonia e l’abito Juliette di Reformation.

Insieme alle sneakers e agli altri prodotti dell’abbigliamento, c’è poi da considerare un’altra grande porzione delle vendite online e cioè i costumi e i gioielli. Tanti in questo senso, sono gli esempi di jewelry e bikini sostenibili, che si collegano a quella porzione di moda responsabile categorizzata sotto la dicitura “Slow Fashion”. Secondo il Report 2020, le ricerche per i gioielli “rigenerati” ed “etici” sono cresciute rispettivamente del 90% e del 60% su base annua. Stesso incremento si registra per i costumi sostenibili, le cui ricerche registrano un aumento del 65% rispetto all’anno passato. Le aree geografiche dove si concentra una più alta produzione di bikini e costumi da bagno spaziano tra l’Australia, il Regno Unito e gli Stati Uniti.
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Rimane però discrepante il rapporto tra le ricerche di abbigliamento maschile e quello femminile sostenibili. Quest’ultimo infatti ha registrato il 45% in più delle ricerche rispetto a quello maschile. I dati attestano dunque una predisposizione crescente da parte del consumatore ad acquistare prodotti realizzati consapevolmente e che resistono ai ritmi incalzanti del tempo industriale della moda, favorendo una relazione con gli abiti e gli accessori a lunga durata. Una controtendenza che si dimostra ad oggi più forte che mai, considerato che la categoria Slow Fashion ha generato oltre 90 milioni di “social impressions”.