Burberry FW2021-22: il lessico femminile di Riccardo Tisci
Ripensando ai giorni più cupi della pandemia, Riccardo Tisci ha sottolineato quanto la condizione di stasi obbligata gli abbia permesso di rallentare. È sceso seppur per qualche tempo dal treno di un’industria che non si ferma mai. Il designer pugliese, direttore creativo di Burberry da tre anni, ha presentato la collezione autunno/inverno 2021-22 con un vocabolario del tutto nuovo.
La prima differenza rispetto alle passate presentazioni, è la sua volontà di concentrarsi interamente sulle collezioni femminili, tagliando per il momento il menswear. Scelta sicuramente diversa dalla maggior parte degli altri brands, considerando il fatto che i nuovi paradigmi della femminilità si stanno facendo oggi più inclusivi. Le divisioni tra generi vanno via via a sfumarsi.
In ogni caso, ciò che appare sicuramente evidente è che i canoni di pura britishness sono qui declinati secondo uno stile più personale. Una ricerca meno volta alle esigenze di mercato, più libera. Difatti, “è la collezione più libera che abbia creato finora”, ha confessato Tisci a Vogue. La libertà, il ritorno alla natura selvaggia, è anche quello che ha contraddistinto i movimenti naturalisti a cavallo del XIX e XX secolo, epoca che ha ispirato fortemente il designer.
Ciò è materialmente espresso dai cappotti, protettivi come armature ma anche comodi, avvolgenti. Sono destrutturati, come se ciascun pezzo fosse preso singolarmente e cucito su un altro; come un collage, un esperimento creativo fatto da accostamenti di tessuti, colori e stampe astronomiche, le cui stelle a otto punte sono simbolicamente associate a Venere. Non mancano i riferimenti ai codici classici del brand, le trame del tartan prendono nuovi colori, su mantelle, trench e gonne. Le qualità apparentemente contrastanti di sensualità e spirito combattivo (i capelli a mo’ di elmetto) convergono, e raccontano un nuovo lessico femminile, quello più autentico secondo Tisci.
